Il Corano fa riferimento a vari fenomeni astronomici che hanno stimolato i musulmani a perseguire maggiori conoscenze sulla realizzazione di un calendario, per la determinazione dei periodi della preghiera e l’individuazione della direzione de La Mecca. Ecco brevemente, la soluzione ai problemi che gli arabi dovettero affrontare.
Calendario: Il calendario è di tipo lunare (hijri). Il mese ha una lunghezza alternativamente di 29 o 30 giorni ed i mesi NON cominciano con il novilunio astronomico, ma quando si avvista per la prima volta in cielo la prima falce di Luna crescente (a ponente, la sera). La teoria di Tolomeo del moto lunare però non era molto utile, in quanto essa specificava la traiettoria rispetto all’eclittica, ma non rispetto l’orizzonte: era richiesto quindi l’intervento di complessi calcoli di geometria sferica, e gli arabi affrontarono il problema con un approccio matematico. In realtà erano necessari complessi calcoli di geometria sferica, ed anche in questo caso, venne in aiuto la compilazione di nuovi zīj con equazioni per il calcolo della visibilità della Luna a latitudine variabile: al-Khwārizmī ne compilò alcune per la città di Baghdad.
Il calendario serviva anche per scandire i cinque tempi delle preghiere quotidiane (tramonto, sera, levar del Sole, mezzogiorno e pomeriggio); anch’essi determinati astronomicamente in funzione degli incrementi dell’ombra di uno gnomone proiettato sul terreno.
Per facilitare questo calcolo vennero successivamente introdotte delle tabelle che mostrassero la lunghezza dei tempi di preghiera per ogni giorno dell’anno o ogni grado di longitudine solare basandosi sulla suddivisione del giorno in intervalli in funzione dell’altezza del meridiano solare; la maggior parte del corpus di queste tabelle furono compilate per città quali Alessandria, Maragheh, Tunisi, Taiz e Gerusalemme. Molto spesso i tempi e la durata delle preghiere venivano incisi sul verso di astrolabi come quello riportato in figura:
Una tra le più antiche tabelle proviene dalla città di Baghdad ed è contenuta in uno zīj iracheno che tabula la lunghezza dell’ombra per ogni 6° di longitudine solare. Data l’importanza della preghiera dal XIII secolo nacque in Egitto la figura di un astronomo “addetto al tempo” chiamato muwaqqit.
Un secondo problema consisteva nel determinare la direzione della Città Santa (La Mecca) da qualsiasi località della Terra (qibla). La soluzione di questo problema di geometria sferica implica la determinazione del valore di alcuni lati (angoli) di un triangolo sulla volta celeste noti gli altri lati (angoli). Gli arabi utilizzarono un procedimento riportato da Tolomeo, ma noto già dai tempi di Menelao di Alessandria nel I secolo a.C.
Usando tale teorema si poteva arrivare al valore corretto della qibla dopo ripetute e complesse misure via approssimazione successive; in seguito, per facilitare i calcoli, furono elaborate procedure geografiche con metodi approssimati.

Il trattato di al-Bīrūnī sulla geografia matematica ebbe un ruolo importante per la determinazione della qibla; ma nel XVIII secolo, quando si poté calcolare le longitudini in maniera accurata, si scoprì che i risultati di epoca medioevale erano sbagliati di alcuni gradi.
Riferimenti
- L’astronomia prima del telescopio. Edizioni Dedalo
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