Yuri Gagarin - il volo

Yuri Gagarin – il volo

Tutto è pronto dicevamo …

Ecco brevemente quello che accadde in accordo l’ora locale di Mosca.

  • Ore 8:51 Gagarin ascolta della musica e rimane in attesa

  • Ore 8:57 Preparazione alle operazioni di accensione del vettore 8K72K.

  • Ore 9:07 (T = 0 s) Decollo dalla piattaforma di Baikonur (ora in Kazakistan).

  • Ore 9:09 (T = 119 s) Distacco dei quattro sovralimentatori del terzo stadio ed il cono di protezione in testa al vettore. Gagarin subisce un’accelerazione maggiore di 5 g (inferiore comunque ai valori estremi a cui si era sottoposto in fase di addestramento)

  • Ore 9:12 (T = 300 s) Anche il secondo stadio si spegne (il corpo centrale) e si accende il motore dello stadio finale.

  • Ore 9:18:15 (T = 676 s) Si spegne il terzo stadio. In orbita !!

Gagarin è il primo essere umano in volo orbitale intorno alla Terra; percorre un’orbita ellittica inclinata di 65° e 4’ rispetto all’equatore terrestre e si muove in direzione est (vedi figura).

L’obita di Gagarin – fonte http://www.svengrahn.pp.se

Kedr è il nome in codice del passeggero.

La capsula viaggia a circa 27400 Km/h e raggiunge un’altezza massima di 302 Km (apogeo) ed un’altezza minima di 175 Km (perigeo). Gagarin descrive le sensazioni che prova, ciò che vede dal visore e le reazioni del suo corpo in condizioni di gravità ridotta.

“Il volo procede regolarmente…  Mi sento bene …  La Terra è azzurra e  bellissima…  Vedo le nuvole … “

Yuri Gagarin, 12 Aprile 1961

  • Ore 9:21 Gagarin è sopra la penisola della Kamchatka.

  • Ore 9:32 A Shemya (Alaska), una stazione americana, capta le comunicazioni tra Gagarin e la base, demodulando il segnale video.

  • Ore 9:37 Gagarin incrocia sopra le isole Hawaii.

  • Ore 9:48 Gagarin ha da poco passato l’equatore. Tutto OK. Trasmette i parametri stato (Temperatura,  pressione interna e dei retrorazzi ed umidità)

  • Ore 9:49 E’ notte, si trova dentro l’ombra della Terra.

  • Ore 10:00 La TASS (agenzia stampa U.R.S.S.) emette un comunicato ufficiale. Il comunicato è dato con ritardo di circa un’ora dal lancio una volta che i parametri orbitali e l’inserimento in orbita sono corretti e la capsula percorre l’orbita prestabilita.

  • Ore 10:10 La notte è finita, la Vostok vede l’alba. Il sistema di orientamento solare si attiva in anticipo e grazie agli ugelli laterali, la capsula si mette in posizione per il rientro.

  • Ore 10:25 Sopra l’Angola si accendono i retrorazzi per il rientro, ma si spengono in anticipo. La capsula sobbalza ed inizia a roteare su se stessa, la PO (il modulo di strumentazione) non si separa completamente dalla SA (apparato di discesa): i cavi rimangono attaccati e Gagarin, ancora all’interno della PA, si trascina dietro un peso pericoloso. Rischia di perdere l’assetto corretto per il rientro.

  • Ore 10:35 Fortunatamente i cavi si staccano (molto probabilmente bruciano nell’atmosfera).

Raggiunti i 7000 metri di quota Gagarin si eietta e, dopo essersi separato dal sedile, apre il paracadute.

La Vostok 1 a terra. A sinistra si intravede il paracadute
  • Ore 10:55 La capsula, anch’essa fornita di paracadute, atterra.

  • Ore 11:05 Atterra a sud ovest di Engels, nella regione di Saratov, in un campo di contadini.

La prima persona che Gagarin, in ottima salute, incontra è la contadina Anna Takhtarova. Una volta informato il personale tecnico viene scortato a Kuybyshev, sul Volga dove i responsabili della missione, dopo aver esaminato la capsula, lo raggiungeranno.

L’evento fa presto il giro del mondo e per l’U.R.S.S. è un vero trionfo; nei giorni seguenti il neo promosso maggiore Gagarin viene festeggiato sulla Piazza Rossa assieme a Nikita Kruscev e diventa un eroe nazionale. Per motivi politici fu escluso da ogni altra attività di volo ma continuò a collaborare alla preparazione di altre missioni spaziali e allo sviluppo della navicella Sojuz.

Più tardi riuscì a ottenere il premesso di riprendere a volare, così la mattina del 27 marzo 1968 decollò dalla base di Chkalovskijj con un MIG-15 UTI assieme al copilota Seregin. Fu il suo ultimo volo: poco dopo il decollo, l’aereo precipitò. Scattò subito l’allarme e furono allertate le squadre di soccorso ma oramai era troppo tardi: ciò che fu recuperato venne cremato. L’urna con le ceneri di Gagarin riposano oggi nelle mura del Cremlino.

Un’apposita commissione nello stesso si occupò della tragedia e stabilì che la causa della tragedia era da cercare in un errore del pilota: per evitare la collisione di un pallone sonda Gagarin effettuò una virata improvvisa ed, unitamente alle condizioni meteo sfavorevoli, l’aereo precipitò. Il rapporto però non venne accettato dai suoi colleghi cosmonauti più esperti e, nel 1986  una nuova inchiesta ha scartato l’errore umano.

In primis l’equipaggio non aveva informazioni adeguate riguardante l’altitudine massima delle nuvole nella zona, inoltre altri aerei erano presenti nella zona. Quando l’equipaggio ricevette l’ordine di rientrare, iniziò la manovra di discesa volando in un denso strato di nubi; in quel momento un secondo aereo (un MIG-15) gli passò vicino e l’aereo di Gagarin entrò in un vortice d’aria e venne disorientato dallo strato di nubi. Quando Gagarin e Seregin uscirono dalle nubi l’equipaggio si trovò più basso di quanto avevano previsto e non ebbero il tempo per riportare l’aereo in quota.

Gagarin aveva dimostrato che l’uomo era in grado di volare oltre ogni limite, l’esplorazione dello spazio non si limitava più all’invio di sonde e la presenza fisica dell’uomo apriva nuove frontiere. Il volo di 50 anni fa ha rappresentato un punto di partenza soprattutto per la scienza ed ha creato nuove prospettive reali di ricerca per nuove discipline quali le telecomunicazioni, l’aeronautica, la meteorologia e la medicina.

Yuri A. Gagarin (9 Marzo 1934 – 27 Marzo 1968)

P.S. Vi consiglio di guardare (in HD) “The First Orbit”, un film gratuito che ripercorre, con l’aiuto della ISS, l’orbita di Gagarin sovrapponendo immagini di oggi con quelle dell’epoca insieme a spezzoni di audio originale. La fotografia è diretta da Paolo Nespoli.

Bibliografia

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