Dopo aver parlato brevemente della classificazione delle ore nei secoli, ecco una breve digressione sull’origine dei nomi dei mesi dell’anno che oggi conosciamo; per iniziare bisogna tornare nell’Antica Roma, e precisamente nel mese di Marzo quando iniziava l’anno nuovo ed i mesi erano dieci.
I nomi dei mesi di epoca romana erano numerati e facevano riferimento alle varie divinità, in particolare:
- Martius: dedicato al Dio della Guerra
- Aprilius: nome di origine dubbia ma che probabilmente, si riferisce all’arrivo della nuova stagione e dei nuovi frutti (da aperire)
- Maius: deriva da Maia, la madre di Mercurio e protettrice della Terra.
- Junius: da Giunone, protettrice dei matrimoni.
Seguono poi i restanti mesi, dal quinto al decimo
- Quintilius: il quinto mese
- Sextilis: il sesto mese
- September: il settimo mese
- October: l’ottavo mese
- November: il nono mese
- December: il decimo mese
Solo successivamente si aggiunsero:
- Januarius: l’attuale Gennaio e dedicato a Giano
- Febrarius: ultimo mese dell’anno
I mesi avevano una durata di 29/30 giorni, ovvero l’anno durava 355 giorni; per mantenere in fase le stagioni veniva aggiunto di tanto in tanto un mese intercalare. Il mese intercalare aggiuntivo non era inserito con regolarità perché, a volte, dipendeva dalle vittorie romane che, penso per motivi politici e di prestigio, chi deteneva il potere voleva far cadere in una data particolare, ma anche dallo stato di guerra, che inevitabilmente date e circostanze, portava alla sospensione del mese aggiuntivo. Per evitare ulteriori complicazioni dovuta a questa mancanza di regole precise e dato che ormai aveva portato uno sfasamento di ben 3 mesi rispetto al calendario solare, nel 46 a.C. Giulio Cesare, con la consulenza dell’astronomo egizio Sosigene, riformò il calendario introducendo la ben nota riforma Giuliana ed il 46 a.C. passò alla storia come l’ultimo anno di confusione. Sosigene indicò la durata dell’anno tropico in 365 giorni e 1/4, stabilì la durata dell’anno in 365 giorni ed introdusse un anno di 366 giorni ogni quattro; inoltre la durata dei mesi venne portata a 30 e 31 giorni a mesi alterni. Il mese di Febbraio rimaneva a 29 giorni tranne che negli anni bisestili che diventava di 30. In realtà, durante l’anno bisestile, il giorno in più non veniva aggiunto alla fine dell’anno (il 30) ma veniva duplicato un altro giorno (il 24 febbraio) che diventava il 24 febbraio bis; il termine attuale bisestile deriva dalla ‘contrazione’ della frase dies sextus ante kalendas martias, ovvero sei giorni prima delle calende di Marzo (ovvero l’inizio del mese)

Dopo la morte di Cesare, il mese di Quintilius venne rinominato Julius in suo onore ma purtroppo, i romani non applicarono alla lettera le istruzioni di Sosigene riguardo i mesi bisestili, e durante la dominazione di Augusto, fu necessario una nuova riforma: il problema era dovuto al sistema di calcolo romano, che “contavano da uno”, ovvero:
- anno bisestile
- anno non bisestile
- anno non bisestile
- anno bisestile !!
Augusto corresse questo l’errore togliendo alcuni anni bisestili (dal 9 a.C. al 3 d.C.) ma non solo: cambiò il nome del mese di Sextilis in Augustus e la sua durata da 30 in 31 giorni. Ovviamente dovette togliere un giorno da un altro mese (Febbraio) che passò da 29 a 28 giorni (negli anni comuni). Si ebbero così 3 mesi di fila con 31 giorni (Julius, Augustus e September) e furono modificati le lunghezze degli ultimi 4 mesi, ovvero September e November divennero di 30 giorni, mentre October e December vennero portati a 31. Ecco l’elenco completo:
Mese | Durata |
Martius | 31 |
Aprilius | 30 |
Maius | 31 |
Junius | 30 |
Julius (ex Quintilius) | 31 |
Augustus (ex Sextilis) | 31 (ex 30 gg) |
September | 30 (ex 31 gg) |
October | 31 (ex 30 gg) |
November | 30 (ex 31 gg) |
December | 31 (ex 30 gg) |
Januarius | 31 |
Febrarius | 28 (29 se bisestile) |
Con la riforma Giuliana del calendario andata a regime a partire dal 5 d.C. si definirono così i mesi dell’anno, la loro durata e l’anno bisestile.
Si definirono bisestili tutti gli anni le cui ultime due cifre erano divisibili per 4; in tal modo gli anni bisestili si ripetevano ciclicamente in maniera identica ogni 7 x 4 = 28 anni come il ciclo solare.
Si definisce ciclo solare il periodo di tempo dopo il quale i giorni della settimana tornano sempre a corrispondere con i giorni del mese.
In realtà Sosigene commise un errore: la durata dell’anno tropico non è 365,25 giorni, ma qualche frazione in meno. Questa frazione di tempo, con il passare dei secoli, si trasformò in giorni e nel 1582 all’epoca di Papa Gregorio XIII, fu necessaria una nuova riforma: il calendario gregoriano.
(continua)
Bibliografia
- Il calendario e l’orologio, Piero Tempesti, Gremese editore.
- ASTRONOMIA, periodico della U.A.I, 3 – 2011
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